La villa comunale e l’Ina-casa
Per Ina-Casa si intende il piano di intervento dello Stato italiano, attuato tra il 1949 e il 1963, ideato dal ministro del lavoro Amintore Fanfani, per realizzare edilizia residenziale pubblica su tutto il territorio italiano. Concepito nell’immediato secondo dopoguerra, aveva a disposizione i fondi gestiti da un’apposita organizzazione presso l’Istituto Nazionale Assicurazioni (INA), la Gestione INA-Casa.
Anche a San Lorenzo fu realizzato un complesso Ina-casa. Per fare ciò, la giunta municipale di allora guidata dal Sindaco Ostilio Ciliberti, con deliberazione del 2 febbraio 1952 declassò la villa comunale adiacente all’allora piazza Umberto I, per permettere la costruzione di quattro appartamenti, completati nel 1954 e tuttora esistenti. Le famiglie che vi abitarono furono quelle di Aceto Giovanni ed Elfrida Martino (la levatrice) rispettivamente piano terra e primo piano a destra e Francesco Toscano e Carmine de Filippo rispettivamente piano terra e primo piano a sinistra.
La villa comunale si apriva direttamente sulla piazza e confinava verso Nord con l’orto Ragusa (dove oggi si trova il parco giochi) delimitato da un muro a secco in pietre. Nel punto esatto in cui vennero costruiti gli appartamenti era collocata una “fontana a quattro canali” che fu spostata all’inizio di via Castello, zona conosciuta come “U Pontu” e diventare così, per tutti, “a funtana du pontu”. Nel 1990, a causa dei diversi incidenti automobilistici che spesso danneggiavano la fontana e rappresentavano un pericolo per i tanti ragazzi che vi si radunavano, l’Amministrazione Comunale guidata dal Sindaco Leonardo Iantorno, decise di spostarla sul piazzale di fronte alla chiesa, un’area pavimentata e chiusa al traffico creando così un luogo di ritrovo sicuro per tutti.
Appoggiata al lato ovest del muro delimitante l’orto Branca, dove a cavallo tra gli anni ’60 e ’70 furono costruite le abitazioni di Scorza, Diodati e Maiolino, c’era “a Funtana da Chjiazza” probabilmente esistente già prima degli anni ’30, fatta in lastroni di pietra che il continuo scorrere dell’acqua, aveva reso meravigliosamente lisci! Anche questa fontana, ancora esistente, è stata purtroppo oggetto nel corso dei decenni di alcuni interventi di ripristino e restauro che ne hanno irrimediabilmente modificato l’aspetto.
Grazie ai ricordi di alcuni “Noventenni sallorenzani”.
Fonti: C. Scorza, Spigolature storiche (2ª edizione 1986)